Il concetto di malattia sotto un’altra prospettiva
Se il Ki (prana o energia fisica) agisse soltanto in maniera positiva, vivremmo in un mondo molto diverso; dal momento che esso è influenzato dalla mente però gli esiti possono essere sia positivi che negativi, a seconda del pensiero o dell’intenzione che lo dirige.
Il Ki diretto dalla mente è responsabile della buona come della cattiva salute. E quello positivo, creato e guidato dalla mente subconscia, che rafforza tutti gli organi del corpo e li mantiene sani: ma la mente subconscia può anche ospitare pensieri negativi e quando questi riguardano se stessi, influenzano il Ki personale in maniera dannosa. Il Ki diretto negativamente si svilupperà intorno agli organi, nei chackra e nell’aura, rallentando le normali attività del corpo e finendo per causare malattie: questo genere di Ki è il responsabile di disturbi ed infermità e i guaritori riescono spesso a vederlo all’interno del corpo od interno ad esso sotto forma di macchie od ombre scure che ostacolano il flusso di Ki sano.
Annullando il Ki negativo, quello positivo potrà tornare a fluire, restituendo la salute al corpo. Il Ki negativo può avere una carica di energia molto elementare ed essere perciò facilmente eliminabile, oppure possedere una carica più potente e di struttura più sofisticata che ne rende problematica la rimozione.
Può ingannare e comportarsi come se fosse benefico, mentre ha un’intenzione di fondo negativa o può nascondersi e diventare difficilmente individuabile. Tutto dipende dai pensieri che sono serviti a crearlo, provenienti dalla mente subconscia della persona, oppure dalla mente conscia, che si combina con il Ki ed agisce per influire sul funzionamento del corpo, sulle emozioni e sulla mente stessa.
Da ciò si capisce l’importanza di svilupare un’autoimmagine positiva e sgomberare la mente da tutti i pensieri e sentimenti negativi. Nel corso dell’esistenza, siamo esposti a milioni di pensieri e sentimenti altrui che agiscono sulla mente in diversi gradi, a seconda della nostra ricettività.
Da giovani siamo come un libro aperto, e ci è difficile decidere quali pensieri e sentimenti accettare e quali respingere. Negli anni della formazione, si creano le basi della nostra personalità e sono i genitori ad influire maggiormente su di noi; veniamo anche plasmati dalla televisione, dagli insegnanti e da varie esperienze.
Tali concetti iniziali, finiscono per consolidarsi nella mente subconscia che, a sua volta, forma una struttura di Ki positivo o negativo nell’aura, nei chackra e nel corpo, con dirette conseguenze sulla salute e su tutto ciò che facciamo ed sperimentiamo.
Inoltre può accadere che altri inseriscano Ki negativo nel nostro campo energetico e che magari lo facciano inconsciamente: quando provano pensieri ostili verso di noi. Questo tipo di Ki produce effetti in coloro che presentano debolezze nell’aura o nei chackra e spesso è definito vibrazione maligna, con ripercussioni a volte soltanto temporanee; le sue conseguenze, però, possono essere più durature se il soggetto è debole o in qualche modo aperto all’energia negativa e se questa viene diretta in modo più energico e consapevole.
La mente e il campo di energia sottile sono influenzati anche da esperienze fatte nelle vite passate. Tale effetto, chiamato Karma, si manifesta nell’aura al momento della nascita, quando l’anima entra nel corpo. Per tutto il corso dell’esistenza, il karma delle vite passate ci conduce a fare determinate esperienze, che a loro volta, rafforzano la carica karmica nell’aura, che quindi si trasferirà nei chackra ed alla fine, nel corpo fisico.
Mentre esso avanza in profondità nel sistema energetico, i suoi effetti diventano sempre più marcatie secondo se sia positivo o negativo, attirerà su di noi buona o cattiva sorte e influirà in un modo o nell’altro anche sulle nostre condizioni fisiche. Questa è la base della salute cagionevole e della malattia.
I pensieri negativi formulati dalla nostra mente o provenienti da vite passate, oppure ricevuti da altri, attirano od addirittura generano Ki negativo ed influiscono sul campo energetico, ostacolando quello benefico e limitando il funzionamento degli organi nel corpo.
A prescindere dal metodo adottato, tutti i processi terapeutici o di miglioramento fisico e spirituale comportano l’eliminazione dal campo di energia di un individuo del Ki negativo e dei pensieri e sentimenti che lo hanno creato.
fonte: “lo spirito del Reiki – il manuale completo” di W.Lubeck, F.A. Petter, W.L. Rand – edizioni Mediteranee