La Sofrologia, un valido strumento per attenuare gli effetti dello stress

person on a bridge near a lake

Cos’è la sofrologia e come può essere utile come tecnica di rilassamento per il controllo dello stress?

In Svizzera e Francia, la sofrologia è ampiamente utilizzata per il controllo dello stress, ma il termine non è molto conosciuto come altrove in Europa. Tuttavia, questo potrebbe presto cambiare, poiché la tendenza sta varcando i confini nazionali e l’adozione di questa disciplina è sempre più frequente in tutta Europa. La sofrologia è una tecnica di rilassamento basata sugli stessi principi dello yoga e in qualche modo è simile allo studio più famoso della consapevolezza.

Il metodo è stato sviluppato negli anni ’60 dal professor Alfonso Caycedo, un neuropsichiatra colombiano, come strumento per aiutare i suoi pazienti a trovare più serenità nella vita quotidiana. La tecnica è nata dai suoi studi sulla coscienza umana e nel 1979, in occasione della prima conferenza internazionale dedicata a questo argomento, il professor Caycedo ha spiegato come la sofrologia sia insieme una filosofia, uno stile di vita, una terapia e una tecnica di sviluppo personale. La sofrologia è stata riconosciuta come un metodo per risolvere un’ampia gamma di problemi, dalla gestione dello stress all’insonnia, fino alla gestione emotiva e alle relazioni interpersonali

Sofrologia

Quali sono i benefici per la salute derivanti dalla respirazione praticata nella sofrologia?

La sofrologia favorisce uno stato d’animo calmo e controllato attraverso esercizi di respirazione mirati e, analogamente ad altre tecniche di rilassamento, è una disciplina da apprendere che quindi migliora con la pratica. Ci sono 12 livelli attraverso cui il sofrologo guida i pazienti, con l’obiettivo di farli addentrare sempre di più nel loro corpo. La tecnica prevede una scansione iniziale del corpo in cui si viene guidati a respirare nelle aree in cui si trattengono i livelli più elevati di tensione. Poi si passa agli elementi più mentali della visualizzazione, quindi alla consapevolezza del corpo e della mente insieme, per giungere alla tappa finale, ovvero l’identificazione dei propri valori personali.

Qual è la differenza tra la sofrologia e gli altri tipi di tecniche di rilassamento?

L’utilizzo delle tecniche di rilassamento per rasserenare la mente e migliorare il benessere mentale non è certo nuova e da secoli in tutto il mondo vengono utilizzati sistemi diversi per meditare e riflettere, con lo scopo di catturare l’importanza della quiete e del “vivere nel presente”. Tuttavia, la sofrologia rappresenta qualcosa di diverso, poiché tipicamente è più orientata verso l’obiettivo rispetto alle altre forme di meditazione e respirazione. Non si limita semplicemente a concentrarsi sul presente, la sofrologia aiuta a prepararsi al futuro, favorendo la calma e il rilassamento in vista di situazioni che ci rendono nervosi o ansiosi. In Francia, la sofrologia è già riconosciuta come un metodo di comprensione della salute mentale e viene insegnata nelle scuole e utilizzata dalle ostetriche per aiutare a rilassare il corpo durante il parto e velocizzare la successiva guarigione.

Fonte: https://www.lifeplusformula.com/

Come si inizia un percorso di Sofrologia nel nostro studio?

Il primo incontro inizia con un colloquio tra Sofrologo e cliente, dove si fa un’anamnesi della persona e si crea un obiettivo (od intento in Sofrologia) su cui lavorare.

Successivamente il Sofrologo presenterà il protocollo sofrologico, dove verranno dati il numero di incontri, in ognuno dei quali si lavorerà su un intento specifico, tutti finalizzati sempre al raggiungimento dell’intento generale (quello su cui si lavora principalmente). Si consegnerà anche il contratto di prestazione d’opera dove verranno chiaramente indicati il numero di sessioni, il prezzo, le modalità di pagamento e le condizioni.

Il senso di responsabilità ai tempi del Corona virus

In tempi come questi, è necessario saper gestire la propria esistenza.

Questo significa essere disposti ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni ed il
conseguimento dei propri obiettivi; occorre dunque assumersi la responsabilità della propria vita e
del proprio benessere.

Sembra molto difficile esserlo, specialmente in questo periodo dove quasi da un momento all’altro
ci hanno tolto praticamente tutto, lavoro, libertà di movimento, relazioni sociali, divertimento ….
ma lascia che ti dica una cosa, adesso più che mai è importante riconoscere la propria responsabilità
verso sé stessi.

In vari corsi di gestione del personale (anni ed anni fa) la prima cosa che mi insegnarono era il
significato della parola “responsabile”; in parole povere significa “abile a dare risposte”

Ora ti faccio una domanda: quanto ti ritieni responsabile? E verso te stesso?


I tempi sono in velocissimo cambiamento, utilizziamo questo periodo di “pausa” per imparare a gestire la nostra vita, la nostra mente, attraverso un modo nuovo di interpretare noi stessi in un contesto che sarà, anzi, lo è già, nuovo.

Tutto quello che una volta pensavi non ti riguardasse, tutto quello che non era nel tuo “orticello”, tutto quello che non ti competeva, adesso, non è più così. Ti dovrai abituare a rivedere i tuoi schemi comportamentali, il tuo assetto mentale con tutte le tue credenze e le tue mentalità.

Non c’è nulla che la tua volontà non possa fare, a meno che tu non ti giustifichi dietro ad un limite.

La famosa “zona di comfort” costituita da tutta una serie di abitudini ripetitive e diciamolo pure, automatiche ci ha creato una sorta di bambagia dove fino a qualche giorno fa, era veramente difficile togliersi, anche se eravamo coscienti che il cambiamento era da fare.

Ora il cambiamento globale è in atto e anche tu cambi notevolmente, alcune abitudini vengono stravolte, certi ritmi non ci sono più, le nostre relazioni sociali sono ridotte.

E’ il momento giusto per ridefinire AL MEGLIO il tuo settaggio mentale.

Alla base di tutto occorre portare
consapevolezza della propria situazione, recuperare o mantenere armonia ed equilibrio il più
possibile a livello di autostima in modo tale da evitare al massimo quelle che possono essere le
conseguenze psicologiche a questo terribile momento. Solo così sarai pronto a ripartire ancora più forte, ancora più creativo, ancora più vitale!

Il senso di responsabilità è essenziale per l’autostima e ne è anche un riflesso od una manifestazione.

Nathaniel Branden nel suo libro “ I sei pilastri dell’autostima” cita:

“La pratica del senso di responsabilità implica che si realizzino questi punti fondamentali:
• sono responsabile della realizzazione dei miei desideri
• sono responsabile delle mie scelte e delle mie azioni
• sono responsabile del livello di consapevolezza che metto nel mio lavoro
• sono responsabile del livello di consapevolezza che metto nelle mie relazioni
• sono responsabile del mio comportamento con gli altri, colleghi di lavoro, soci, clienti,
coniuge, figli, amici
• sono responsabile di come uso il mio tempo
• sono responsabile delle qualità delle mie comunicazioni
• sono responsabile della mia felicità personale
• sono responsabile dell’accettazione o della scelta dei valori secondo cui vivo

• sono responsabile dell’innalzamento della mia autostima

Ho ritenuto interessanti alcune affermazioni sopracitate che vanno portate a coscienza più che mai
in questi giorni e che possono essere spunti di riflessione, preziosi per la propria crescita personale.
Molto spesso si pensa alla parola “responsabilità” come a “colpa”; vorrei invece portarti a riflettere
invece sul significato di “essere il soggetto causale” delle proprie azioni e quindi spostare un’inutile colpa (o senso di colpa) su un valore più positivo ed attivo come quello di essere il protagonista principale della propria esistenza.

Sono responsabile delle mie scelte e delle mie azioni.

Ogni volta che sai di essere responsabile delle tue scelte, ne sei la fonte.

Prova ad affermartelo quando scegli ed agisci. Ti puoi aiutare facendo questo semplice esercizio:
prova a dare per almeno sette volte il finale a questa frase
“Se assumessi la piena responsabilità delle mie scelte e delle mie azioni ….”

Sono responsabile del mio comportamento con gli altri, colleghi di lavoro, soci, clienti,

coniugi, figli, amici

Il comportamento che tu assumi verso gli altri è una scelta solo ed unicamente tua. Nel comportamento non c’è soltanto il tuo modo di porti ma anche di essere rispettoso, di essere
coerente, ciò che dici se corrisponde a verità e anche del modo in cui interagisci con gli altri.
Quando cerchi colpe in giro sul tuo comportamento, eviti semplicemente le tue responsabilità.

Sono responsabile di come uso il mio tempo

In questa riflessione ti invito a pensare a come pensi di gestire il tuo tempo nella quotidianità,
quante energie utilizzi e tutto questo implica il valore di affermare o smentire la responsabilità che
si ha nell’usare il proprio tempo.
Ti faccio un esempio: se affermi che il tuo partner è la cosa più importante della tua vita eppure con lui/lei ti senti solo e passi tutto il tuo tempo invece al bar con gli amici, è utile che affronti le tue contraddizioni ed alle sue implicazioni.
Oppure se il mio lavoro sta nel ricercare nuovi potenziali clienti ma passo tutto il giorno a perdermi in stupidaggini che non producono alcun reddito, evidentemente c’è qualcosa che non va a livello di
gestione di tempo e di energie.
Faccio un’altro esempio attuale? Se dici che non hai mai tempo per dedicarti alle tue passioni (ad
esempio la lettura) ma in questi giorni che sei praticamente fermo e chiuso in casa,passi la maggior parte del tuo tempo in chat oppure passi delle ore sui social, è evidente che c’è qualcosa che non funziona in temini di coerenza e quindi di chi è la responsabilità?

Sono responsabile della qualità delle mie comunicazioni

Anche qui l’azione di comunicare è mia responsabilità. Comunicare e parlare sono due cose molto
differenti. Quando decido di comunicare, faccio attenzione al tono della voce, ai vocaboli che uso o che non voglio usare e creo un modulo comunicativo che sia facile da capire o se voglio rivolgermi ad un determinato tipo di persone, che sia comprensibile per loro.
Quando comunico, non metto solo in atto un pensiero od un concetto che conosco ma anche lo trasmetto con modalità fonetiche ed espressive, oltre che utilizzare termini particolari o tecnici e mi accerto di essere stato compreso.
Come vedi comunicare implica un senso profondo di responsabilità la cui fonte è sempre di colui che la aziona.

Il peggior crimine che possiamo commettere contro noi stessi non è negare i nostri difetti ma la nostra grandezza, perchè ci spaventa. Se una totale accettazione di noi stessi non evade il peggio che c’è in noi, non evade neppure il meglio. – Nathaniel Branden “I sei pilastri dell’autostima -”

Laura Franceschi

Professionista del Benessere

L.4/13

Essere di buon umore è una scelta


Lo spunto per questo articolo mi è venuto proprio oggi che come giornata non prometteva proprio nulla di buono.
Risvegliarsi con la febbre e sentire tutti i classici sintomi dell’influenza diciamo che non predispone di certo al buon umore.
Però sai, ho imparato una cosa e devo dirti la verità, mi ci è voluto tanto tempo e questa cosa è settare la mente nel modo che desidero.
Cosa significa?
Ti faccio una premessa: un tempo ero una pessimista cronica, sai una di quelle ragazze che vedeva tutto nero, quelle mai soddisfatte del fisico, del peso, dei capelli, dei vestiti e dei partners (mettiamoci anche quelli! ?)
Un senso di frustrazione profonda e di nullità affondavano la mia vita. E poi come ho fatto? Beh, all’epoca non ero così tanto consapevole ed attenta e quindi pian piano sono sprofondata in una depressione ansiosa da paura. In quel periodo davo colpa a tutti, ai miei genitori, a mio fratello, al lavoro, al fidanzato, alle amiche stronze …. Tutto il mondo era mio nemico!
Fino a quando …. Come si dice, toccando il fondo hai due scelte o ci resti o decidi di risalire.
In quel periodo ebbi la fortuna di conoscere uno psicologo che dopo avermi ascoltata mi disse “se non decide di cambiare, sarà destinata ad essere una vittima per tutta la vita!”
Quelle furono per me parole che risuonarono dentro di me come una bomba. Come? Io vittima? Per tutta la vita? Ma non esiste!
Così iniziai il mio percorso di cambiamento. Non è stato facile ma sapevo che quello stato d’animo e quell’atteggiamento verso la vita non mi piacevano.
Non avevo la più pallida idea da dove iniziare ma l’intento di cambiare era forte e coerente.
Quando chiedi ti sarà dato, così entrando in una libreria i miei occhi si posarono su un libro di Louise Hay intitolato “Puoi guarire la tua vita”
“È il mio!” pensai e da lì tutta una serie di altre letture, Roy Martina, Wyne Dyer, Dale Carnegie, Nathaniel Branden, Joe Vitale, Stuart Wilde…
Attraverso i social ho conosciuto tante persone che mi hanno indirizzato verso nuovi studi esperimentando ogni volta su di me esperienze nuove aprendomi la strada verso la gratitudine.Ho imparato la gratitudine, quella vera, insieme alla solitudine, non c’è niente di più autentico dello stare soli con sé stessi e di farci pace, osservare i tuoi dolori e le tue paure con compassione, trattandoti con dolcezza e gentilezza, perché se è vero che la gentilezza apre tutte le porte, fidati che apre anche le porte del tuo cuore e della tua mente!
Attraverso questo nuovo modo di convivermi, ho imparato ad apprezzare ogni singola cosa intorno a me, dal letto che mi accoglie, al caffè che mi sveglia, l’acqua calda che mi lava, gli incontri con le persone vicine e poi ancora i suoni, i profumi, tutto, veramente tutto della mia quotidianità.
Imparando questo ho superato i momenti duri, quelli che ti strappano il cuore, quelli che vorrebbero farti precipitare nell’abisso della disperazione.
Ho scoperto quella scintilla luminosa e calda che non muore mai e sempre è dentro di me e con quella io tutti i giorni ho un motivo per cui essere grata, fosse anche solo aver aperto gli occhi stamattina.
Essere di buon umore è una scelta, sì, ma è un percorso di cui si deve lavorare e ci si deve allenare parecchio perché la nostra mente non è programmata per godere delle piccole cose.
Paradossalmente, il mondo che ci circonda ci vuole competitivi, sempre al top, sempre a bomba, mai contenti, in un mondo che annega nel consumismo e tutte le informazioni che ci arrivano, sono intrise di questo meccanismo.Per migliorare la propria vita non è sufficiente avere una bella casa, una grande auto e fantastici gioielli o vestiti se di base nella tua testa non hai gratitudine e consapevolezza e queste due cose non le puoi comprare, ci puoi solo arrivare passo dopo passo.Ci sono tante strade, tutte valide, tutte utili, ognuno poi va per risonanza e sceglie quella che più sente sua.La vita è il risultato delle nostre scelte.
Laura Franceschi
Professionista del Benessere